La curcuma fresca per quanto non semplice da trovare sui mercati è un prodotto fantastico, ha un vago sapore di terra sovrastato da un intenso aroma speziato ma per nulla piccante. Si usa a crudo facendo un pesto molto leggero.
La curcuma fresca per quanto non semplice da trovare sui mercati è un prodotto fantastico, ha un vago sapore di terra sovrastato da un intenso aroma speziato ma per nulla piccante. Si usa a crudo facendo un pesto molto leggero.
La ricetta è di ispirazione veneta (un omaggio ad Andrea Zanotto). Il connubio fra la dolce cipolla di tropea, la dolce zucca e l'amara trevigiana crea un nuovo equilibrio di sapori molto interessante.
Gli gnudi prevedono che il ripieno, nel caso di spinaci e tofu tradizionalmente usato per i ravioli, sia esposto alla bollitura formando una specie di gnocchi. L'aggiunta del peperone tritato è un vezzo, lo riconosco.
Il contorno importante di fagiolini completa il bouquet di sapori e colora di un bel verde smeraldo il piatto.
La ricetta è di ispirazione siciliana, con un pizzico di toscana e la mia rielaborazione finale senza uova. La melanzana è quella nera e usata intera con la buccia, elaborata similmente alla farcia dei ravioli, ma poi lasciata libera di combinarsi con i peperoni, che andranno arrostiti come per fare una peperonata.
Infine per arricchire questo piatto vegetariano una grattugiata di ricotta salata di pecora, contribuisce a stimolarne i "sapori forti".
Il piatto è una rielaborazione in chiave vegan e di maggiore gusto e digeribilità dei più famosi pizzoccheri della Valtellina. L'inserimento della farina di segale ha comportato l'ampliamento del bouquet di verdure. Parimenti in luogo del formaggio che rende il piatto piuttosto pesante abbiamo utilizzato un poco di panna vegetale di soja e abbiamo saltato il passaggio in forno.